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BULLISMO OMOFOBICO: conoscerlo per contrastarlo



In questo breve articolo, cercherò di analizzare le caratteristiche le cause e le conseguenze del bullismo omofobico, nonché le possibili modalità di intervento per prevenirlo e affrontarlo, sapendo già di non poter essere esaustiva.


Il bullismo omofobico (sullo stesso costrutto etimologico si sono coniate le parole lesbofobia, bifobia, transfobia) è una forma di violenza e discriminazione basata sull’orientamento sessuale e/o sull’identità di genere di una Persona o sul ruolo di genere non conforme alle aspettative sociali.

Esso non colpisce solo le Persone LGBTQIA+, ma anche quelle etero-cis che non rispecchiano gli stereotipi di genere.

Questo fenomeno è piuttosto diffuso, soprattutto nelle scuole, e spesso non viene adeguatamente riconosciuto e contrastato. 


Questa forma peculiare di prevaricazione può assumere molteplici forme: vi possono essere comportamenti di tipo verbale (deridere, insultare, canzonare ripetutamente o minacciare una violenza fisica), prepotenze indirette (come isolare la Persona escludendola dai gruppi di aggregazione), fino ad arrivare alle aggressioni fisiche e alle violenze a sfondo sessuale. 


Desidero evidenziale che il bullismo omofobico ha una forte componente ideologica in quanto mira a rafforzare e imporre una visione normativa e gerarchica della sessualità e del genere. 


Le cause del bullismo omofobico sono molteplici e complesse e coinvolgono fattori individuali, relazionali, sociali e culturali. 


Tra i fattori individuali, si possono individuare un basso livello di autostima, l’insicurezza, l’aggressività, la frustrazione, la paura del diverso, il bisogno di affermazione e di appartenenza. 


Tra le cause relazionali maggiormente imputabili troviamo la mancanza di comunicazione e di ascolto, di rispetto e di empatia e di solidarietà tra i pari, nonché la presenza di dinamiche di gruppo basate sulla competizione, sulla conformità, sulla leadership e sull’esclusione. 


Per quanto concerne i fattori sociali e culturali si possono evidenziare come fattori predisponenti l’influenza dei media, della religione, della politica, della famiglia, della scuola, che spesso veicolano, spesso senza esserne consapevoli, dei messaggi omofobi, discriminatori, stereotipati e violenti. 


Le conseguenze del bullismo omofobico possono evolvere in traumi gravi e duraturi sia per chi assiste, sia per le vittime che per i responsabili. 


Le vittime possono subire danni fisici, psicologici, emotivi, relazionali, scolastici lavorativi che possono comprometterne il benessere, la identità, la autostima, la fiducia, e il loro senso di sicurezza.


Le Persone prevaricate possono sviluppare sintomi di ansia, e depressione, di isolamento, e solitudine, di vergogna e di colpa. Un elevato accumulo di rabbia, paura e disperazione, che possono indurre comportamenti autolesivi e suicidari. 


Le vittime riportano frequentemente:

  • La voglia di scomparire, di nascondersi durante le pause o l'intervallo scolastico 

“…VOLEVO MIMETIZZARMI”

  • Mortificazione, rabbia, paura, passività, impotenza e la sensazione di totale vulnerabilità: 

“… NELLA MIA VITA NON CREDO DI ESSERMI MAI PIÙ SENTITə COSÌ VULNERABILE E SOLə"

  • Profondo senso di umiliazione accompagnato da autodisprezzo e insoddisfazione di sé: 

“… MI SENTIVO SPORCə, IGNOBILE, E TUTTO QUELLO CHE VOLEVO FARE ERA LAVARMI E TORNARE PULITə"


I prevaricatori possono incorrere in sanzioni penali, civili, scolastiche, che possono limitare le loro opportunità e la loro reputazione; possono interiorizzare atteggiamenti negativi, pregiudizi, ostilità, intolleranza, che possono ostacolare il loro sviluppo e la loro maturazione. 


Per contrastare il bullismo omofobico, sono necessarie delle modalità di intervento e delle sinergie che coinvolgano tutti i soggetti implicati: le vittime, i responsabili, i testimoni, le famiglie, gli insegnanti, gli educatori, le istituzioni, le associazioni, i media. 


Le possibili prassi di intervento potrebbero essere:

  • informare, sensibilizzare, educare sul tema del bullismo omofobico, sui suoi rischi, sui suoi effetti;

  • prevenire, monitorare, segnalare le situazioni di bullismo omofobico;

  • sostenere, proteggere, assistere le vittime, attraverso ascolto, accoglienza, comprensione, empatia, solidarietà, consulenza, terapia, mediazione; 

  • responsabilizzare gli autori di bullismo omofobico, attraverso il confronto, il dialogo, la riflessione, la consapevolezza e la riparazione;

  • coinvolgere, attivare, responsabilizzare i testimoni, attraverso la partecipazione, la collaborazione, la testimonianza, denuncia, aiuto, sostegno, alleanza; 

  • formare, aggiornare, coinvolgere le famiglie, gli insegnanti, gli educatori;

  • promuovere, realizzare, diffondere iniziative, progetti, campagne, che valorizzino la diversità, il rispetto, l’accettazione, l’inclusione.


In conclusione, il bullismo omofobico è un tema serio e urgente, che richiede l’impegno e la collaborazione di tuttə. 






Credits immagine: Pikisuperstar su Freepik




 
 
 

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